Oggi su La Repubblica è comparso un interessantissimo articolo di Simone Cosimi su di uno studio condotto da tre ricercatori al famoso Media Lab del MIT (Massachusset Institute of Technology) di Boston.
In accordo con Google – si capisce dalla procedura che ho testato – grazie al loro programma di nome IMMERSION riescono a costruire mappe interattive che mettono insieme i metadati delle mail inviate da un account di posta Gmail, ovvero destinatario, giorno, ora e pure gli indirizzi di coloro che ricevono la mail per conoscenza.
Sono andata nel sito di Immersion e ho voluto provare. Ecco il risultato grafico del traffico passato dalla mia email negli ultimi 12 mesi (ho tolto i nomi per tutelare la privacy dei miei allievi), ma su Immersion passando il cursore su ogni cerchietto si vedono nome e cognome.

Al centro, come intuibile, i contatti di lavoro. I due cerchi grandi sono altre due “Funzioni strumentali” con cui la collaborazione è quasi quotidiana; in giallo le colleghe di inglese (gruppo molto affiatato che comunica). A destra in grigio la mia figlia più grande, che evidentemente non vive più con me. In verde la mia rete di La Scuola che Funziona (che non frequento da mesi – si vede!). In marrone i contatti di ltis13 che ho frequentato per preparare il famoso evento con Vance Stevens del 23 giugno.
L’informazione per me più interessante è data dai numerosi cerchietti rossi che appaiono tutt’intorno, come splendide monadi: sono tutti miei allievi. Appartengono alle medesime classi, ma non sono legati fra loro. Perché? Perché comunicano fra loro via Facebook o via SMS, non tramite una mail (che “è una cosa da grandi”). Quindi non fanno rete tranne che in FB.
Questo è l’unico elemento che li caratterizza veramente come “nativi digitali”.
Ho scelto deliberatamente gli ultimi 12 mesi. Prima di allora, c’era un’altra rete molto evidente: quella della sezione di “Libertà e Giustizia” di Trieste, in cui ero molto attiva (ora non più, evidentemente). E questo basti per capire le potenzialità della conoscenza dei soli metadata del proprio traffico.
Fate anche voi la prova ad Immersion, se avete un account Gmail (per gli altri il servizio non è disponibile). E’ impressionante e divertente al tempo stesso. Poco divertente, però, se si pensa alle implicazioni.
Mi sembra anche un’esperienza utile da inserire nei percorsi di alfabetizzazione informatica, sia per gli adolescenti che per gli adulti.
Interessante. Per alcuni anni ho fatto l’analisi dei sociogrammi delle classi online. Qui c’è qualcosa per esempio. Quest’anno lo sto facendo insieme ad un mio laureando. Per studiare le dinamiche di un corso come quello che abbiamo fatto e stiamo facendo insieme, può essere divertente,e forse utile. Bisognerebbe produrre i sociogrammi in tempo reale, ma non ce l’ho fatta ad organizzare una cosa del genere per #ltis13, arzigogolando tutto da me. Ho preferito dedicarmi alle persone, e magari non è bastato…
Ma che lo facciano le grandi aziende IT su di noi tutti, ecco, non garba molto, no.
😀
Va da se che tutto ciò che faccio verrà pubblicato qui e messo a vostra conoscenza 🙂
Scusa, con “qui” intendo in http://iamarf.org
Il link cui facevi riferimento in altro commento, per far vedere un esempio di analisi di sociogramma, è in realtà inattivo. Se è di quello che stai parlando.
Se ti verrà voglia (avrai il tempo, più che altro) di divertirti con i sociogrammi, guarderò volentieri, sempre curiosa… 🙂