LIM: un commento onesto

Le “vacanze” scolastiche hanno il pregio di liberare dalla schiavitù della contingenza. Per chi, come me, non ha pressanti impegni familiari o sceglie di non dedicarsi alle laboriose (pur belle) tradizioni natalizie, si aprono interessanti spazi di riflessione e lavoro “altro”.

Mi sono dunque dedicata per un paio di giorni alla preparazione di un aggiornamento per i colleghi. Quest’anno sono arrivate le nuove LIM – naturalmente di marca diversa da quelle già in uso nella mia scuola da tre anni. E’ mio compito istituzionale imparare ad usare le nuove apparecchiature e poi condividere con gli altri le competenze maturate.

La navigazione fra gli innumerevoli video sulle LIM non ha fatto altro che confermare le riflessioni nate durante il lavoro di questi giorni. Sto perdendo il mio tempo. Sono istituzionalmente (durante le mie “vacanze”, ahimè) impegnata a perdere il mio tempo, ben consapevole che presto lo farò perdere anche ai miei colleghi – a meno che non decida di essere assolutamente onesta.

Le LIM sono strumento allo stesso tempo del futuro e del passato. Sono strumento del futuro perché sono “touch”, ovvero hanno anticipato in ambiente scolastico quella che è la tendenza generale: lo spostamento dell’interfaccia dalla punta delle dita (la penna e poi la tastiera) a tutte le superfici degli oggetti e del corpo. Sono particolarmente significative laddove l’apprendimento segue vie cinetiche più che astratte: nella scuola primaria più che in quella secondaria – e peggio per me, che lavoro al liceo (per di più le LIM sono nelle classi del triennio, per motivi di natura tecnica).

L’unico vero vantaggio delle LIM sta nell’immediatezza del tocco. Forse anche nella possibilità di memorizzare con un clic il contenuto della lavagna, per continuare all’indomani senza ripetere/ridisegnare tutto (ma i miei allievi più svegli tirano fuori il cellulare e fotografano anche la lavagna di ardesia).

Sarò chiara: il resto appartiene al passato.

I costosi programmi proprietari che nei bandi finanziati dallo Stato sono abbinati alle LIM (non faccio nomi, tanto la filosofia è la stessa pur cambiando marca) non hanno più ragione di esistere.

Ieri su “Repubblica” è comparso un bell’articolo sul 30° compleanno del programma “Word” della Microsoft, a firma di Stefano Bartezzaghi. Il passaggio dalla laboriosa penna d’oca alla penna a sfera, dalla meccanica delle prime macchine da scrivere alla duttilità della grafica virtuale dà (cito) una “impressione di libertà sconfinata”. Allo stesso modo, il passaggio dai laboriosi programmi abbinati alle LIM alla duttile libertà del web ispira un senso di spazio, di creatività, di potenzialità.

I pur bravi esperti di marketing ci presentano tali programmi come “spazi di aggregazione multimediale” (aahhhh, oohhh…). Ma anche un banale documento di testo di OpenOffice o Libre Office, un qualsiasi strumento per le presentazioni sono ormai “spazi di aggregazione multimediale”: basta aggiungere due foto e tre o quattro link. Vogliamo raffinarci? aggiungiamo i numeri di pagina e piazziamo qualche “àncora” qui e là. Vogliamo proprio esagerare? Nelle presentazioni si possono scegliere lo sfondo personalizzato, gli effetti di transizione.

Ma la vera libertà è in rete.

Gli insegnanti più avveduti da anni costruiscono fascinose lezioni multimediali nei loro blog. E le attività interattive?? Basta un buon programma autoriale come quelli suggeriti qui oppure here (in English), trovati nello spazio di 5 secondi grazie a Google. Senza menzionare i quiz che si possono costruire su Edmodo (evitando così di renderli pubblici). Volete che i vostri studenti possano co-costruire le lezioni insieme a voi? Aprite insieme un wiki o un moodle!

In questo panorama così composito, dovermi limitare a mostrare le funzioni del programma della LIM (dopo aver dedicato il mio prezioso tempo ad imparare, naturalmente) mi fa l’effetto di chi si infila un cappotto con le maniche strettissime.  

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7 thoughts on “LIM: un commento onesto

  1. “La vera libertà è in rete”
    Condivido queste parole, e condivido anche la tua visione dell’uso della LIM nelle scuole.
    Troppo spesso usate per sbandierare innovazione nella didattica quando invece la novità è altro.
    Se posso dare un suggerimento, prova a dare un’occhiata al programma Open Sankoré: è multipiattaforma (funziona sia su mac, che windows che linux) e può essere uno strumento utile che non costringe ad imparare cose nuove ogni volta.
    Se non lo conosci ti segnalo anche la soluzione libera di Wiildos

  2. si hai ragione
    la rete, che non è altro che un moltiplicatore di relazioni e di conidvisione di sapere, è la vera rivoluzione nell’appredimento. Purtroppo, generalizzando, è molto difficile che nella scuola lo si adotti.
    Ibn collegio docenti si sprecano ore a cercere i metodi per evitare l’uso dei cellulari a scuola o per inventare nuove regole per limitare l’accesso in rete, ed invece si dovrebbe insegnare, ed imparare, ad usarla la rete, anche quella con i cellulari, per imparare di più, e meglio, e per condividere il proprio sapere.
    ciao Matteo

  3. Con me, lo sai, sfondi una porta aperta!
    Io ho la lim in classe e la uso spesso, ma solo perchè mi facilita la vita ed è immediata. Quello che utilizzo spesso me lo creo, inventando, scopiazzando, imparando,…
    Grazie per i suggerimenti!
    E buon anno!

  4. Grazie a tutte le segnalazioni e ai commenti. Ho fatto un giretto nei siti indicati e li ho segnalati su Diigo, nel gruppo di ltis13, come meritavano. Si tratta di indicazioni importanti, grazie in particolare a Maupao.
    Tanti auguri di buon 2014 anche a voi.

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