Adolescenti e fallimento: un’idea di attività didattica

Una risorsa segnalata da Fabrizio Bartoli in Diigo mi ha ispirato una tempesta creativa, dovuta al fatto che gli adolescenti sono particolarmente sensibili alle tematiche del fallimento e del successo.

Spesso lo sono anche i loro genitori! Di conseguenza le riflessioni su questi argomenti mi sembrano momenti educativi preziosi.

Partiamo dunque dalla risorsa di Fabrizio, che consiste in un lungo articolo de “The Guardian” intitolato “Falling short: seven writers reflect on failure[“Non all’altezza: sette scrittori riflettono sul fallimento”].

  1. Dividiamo la classe in 7 gruppi (anche sei: l’articolo di M. Atwood è lessicalmente piuttosto difficile!). Ogni gruppo analizzerà un articolo.
  2. In alternativa: A. Ogni gruppo traduce in italiano il suo articolo; B. Ogni gruppo risponde alle domande di comprensione predisposte dall’insegnante (personalmente preferisco la traduzione, così i ragazzi fanno pratica di uso del dizionario – avrei molto da dire su questo punto ma non è questo il luogo)
  3. Ogni gruppo identifica le parole chiave (in inglese) del proprio articolo. Stessa cosa con i concetti chiave.
  4. Ogni componente del gruppo prova a scrivere individualmente il riassunto dell’articolo usando parole/concetti chiave. I riassunti vengono poi confrontati allo scopo di produrre il miglior riassunto collaborativo possibile (se si ha un blog, questo è il primo contributo pubblicabile)
  5. Fase di condivisione: ogni gruppo racconta agli altri il contenuto dell’articolo e il frutto del proprio lavoro. Immaginando una classe di 21 ragazzi circa, una possibilità potrebbe essere questa: tre ragazzi per ogni gruppo. R1 racconta il contenuto dell’articolo; R2 racconta quale è stata la reazione del gruppo all’articolo (lessico avanzato delle emozioni…); R3 racconta qual è la lezione che il gruppo sente di aver imparato dall’articolo. Occhio ai tempi!
  6. Fase della produzione scritta: a seconda della bisogna, si può giocare su tre registri possibili: raccontare come hanno vissuto l’attività didattica (creative writing; può trattarsi anche di un articolo da pubblicare sul blog); relazionare sull’attività didattica (reporting); scrivere un testo argomentativo (per esempio: “Discuss the impact of failure on one’s life, making examples taken from  real life“).


Si tratta in verità di un percorso molto impegnativo dal punto di vista dell’applicazione e del tempo. Tuttavia le abilità messe in gioco sono diverse, dalla Reading comprehension allo speaking alla scrittura (mi si perdoni l’uso di termini anglofoni). Coinvolte però anche le strategie (usare il dizionario, imparare a riassumere), nel quadro di un’attività di sicuro impatto, che può aiutare ad integrare stati emotivi difficili – se avremo la cura di creare un ambiente accogliente.

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